Un'onda è una perturbazione che si propaga nello spazio e nel tempo, trasportando energia senza comportare uno spostamento di materia.
Questa definizione può apparire un po' complicata all'inizio, ma alla fine di questo paragrafo dovrebbe esservi chiaro il suo significato.
In questa lezione studieremo soltanto le onde meccaniche, ovvero le onde che hanno bisogno di un mezzo elastico per propagarsi.
Un mezzo elastico è un mezzo che, quando deformato, tende a ripristinare la situazione iniziale.
In realtà tutti i mezzi sono elastici, ma alcuni sono molto più elastici di altri.
Per esempio, il suono e un'onda che si propaga su una corda sono onde meccaniche, mentre la luce, che può viaggiare anche nel vuoto, non è un'onda meccanica.
Ma come nascono le onde meccaniche?
Queste onde hanno origine dentro il mezzo elastico quando una porzione di esso viene perturbato. Per questo si parla di una perturbazione.
Il mezzo nel suo insieme non cammina, l'onda si propaga solo grazie alle varie parti del mezzo che oscillano entro limiti ristretti. Quindi un rumore non sposta l'aria, la fa solo oscillare.
La perturbazione, come detto nella definizione, può essere di qualsiasi grandezza fisica. Per esempio, le onde sonore sono causate da una perturbazione della pressione.
Noi studieremo solo il caso di mezzi di propagazione omogenei e isotropi.
Vediamo cosa significa:
Adesso che abbiamo capito cosa sia un'onda, passiamo alle sue varie classificazioni:
Come abbiamo accennato prima, le onde si dividono in:
Inoltre un'onda può essere:
Per esempio, un'onda su una corda è un'onda trasversale, mentre il suono è un'onda longitudinale.
Possiamo inoltre classificare le onde a seconda del numero di dimensioni in cui si propagano:
Un esempio di onda monodimensionale è un'onda che si propaga su una corda:
Un esempio di onda bidimensionale è l'onda che ottenete quando buttate un sassolino nell'acqua:
Un esempio di una tridimensionale è un'onda sonora:
Infine, possiamo distinguere tra:
Se le oscillazioni, poi, avvengono in maniera periodica, vengono chiamati treni d'onde periodiche.
Studiamo le onde dal punto di vista matematico:
Prendiamo una corda tesa:
Adesso tiriamo su una sua estremità e poi ritiriamola giù. La corda passera dal seguente stato:
Al seguente:
È come se quella curva si fosse spostata verso destra. Proviamo a riportarla sul piano cartesiano. L'asse rappresenterà la corda in stato di quiete:
Una funzione di ci mostrerà la curva che la corda forma:
Quest'onda, però, si propaga nel tempo, dunque dopo un tempo la corda sarà rappresentata da quest'altra funzione:
Perciò questa funziona dipende anche dal tempo.
Quindi avremo in generale:
Come tenere conto dello spostamento dell'onda che avviene in un intervallo Possiamo notare che l'onda si sposta sempre ad una velocità costante chiamata velocità di fase.
Se chiamiamo la distanza percorsa dall'onda, per le leggi del moto rettilineo uniforme dovremo avere:
Sappiamo che traslare una funzione verso destra per una distanza equivale a sottrarre questo al suo argomento.
Dalla formula di prima sappiamo che, passato un tempo lo spostamento sarà uguale a
Quindi, per tener conto del cambiamento che avviene nel tempo ci basterà sottrarre cioè all'argomento di :
È complicato lavorare con due parametri contemporaneamente, quindi vediamo cosa succede se uno dei due è costante:
Se fisso il tempo ad un certo valore quello che sto facendo è fermare il tempo in quel momento ed analizzare la situazione in quell'istante. Sto come facendo una fotografia.
È quello che avevamo fatto nei grafici precedenti, quando avevamo visto la situazione in due istanti particolari.
Se invece fisso la posizione ad un valore sto scegliendo il punto della corda con posizione e sto vedendo come cambia la sua (la sua altezza) nel tempo.
Otterrò un grafico del genere:
Se tiro su e giù la corda abbiamo detto che creo un'onda a impulso. Se continuo a tirare su e giù la corda più volte, creo un treno d'onde:
Notiamo che si tratta di una funzione periodica:
Notiamo che in ogni periodo c'è sempre un punto più in alto e un punto più in basso:
Il punto più alto viene chiamato cresta, mentre quello più basso viene chiamato ventre.
Definiamo la lunghezza d'onda come la distanza tra due creste consecutive:
La lunghezza d'onda, dunque, ci dice quanto spazio impiega l'onda per completare un periodo. Più la lunghezza d'onda è piccola e più l'onda apparirà schiacciata:
Definiamo poi l'ampiezza come l'altezza massima dell'oscillazione:
Siamo ora pronti a studiare la funzione che rappresenta la nostra onda.
Si tratta infatti di una funzione cosinusoidale della seguente forma:
Dove è l'ampiezza, è la velocità di fase e è un valore che ora dimostreremo essere uguale a .
Per farlo, prendiamo due punti sull'onda la cui è uguale a
Sappiamo che la funzione si ripete uguale a sé stessa con un periodo lungo quanto la lunghezza d'onda e notiamo che questi due punti distano esattamente mezzo periodo:
Per cui la distanza tra e sarà uguale a , per cui:
Sappiamo, poi, che a e la è uguale a e sappiamo che:
Perciò se la è uguale a dobbiamo avere:
Siccome è diverso da dobbiamo avere:
In particolare, siccome sulla nostra onda era lo subito dopo abbiamo che il coseno è uguale a a e la prossima volta che diventa di nuovo è a .
Il coseno ha un nuovo zero esattamente dopo quindi dobbiamo avere:
Espandendo e semplificando otteniamo:
Ma avevamo detto prima che quindi:
Come volevasi dimostrare.
Perciò la funzione che descrive la nostra onda sarà:
Adesso, vediamo cosa succede quando la nostra onda si evolve nel tempo:
Come nel caso nell'onda a impulso, vedremo la nostra onda muoversi a destra a velocità
Definiamo ora il periodo come il tempo impiegato dall'onda per percorrere la sua lunghezza d'onda.
Per definizione della velocità, se abbiamo detto che l'onda percorre una distanza in un tempo allora:
Siccome dopo una lunghezza d'onda l'onda si ripete uguale a sé stessa, se spostiamo l'onda di una lunghezza d'onda, tornerà come prima:
Dunque un periodo sarà anche il tempo che impiega una particella per effettuare un'oscillazione completa.
Adesso che abbiamo introdotto il periodo espandiamo l'argomento del coseno nella formula di
Adesso però ricordiamoci che e sostituiamolo:
Ora definiamo la pulsazione proprio come .
La pulsazione, dunque, mi dice quanto velocemente un singolo punto completa un'oscillazione completa.
Inoltre sapevamo già che quindi possiamo scrivere la forma finale della nostra funzione:
In aggiunta, potremmo anche avere una fase iniziale (lettera minuscola greca che si pronuncia "fi"):
Siccome quello che fa è spostare l'onda verso destra, per prenderla in considerazione ci basta sottrarla all'argomento:
Infine, spesso risulta più comodo lavorare con il reciproco del periodo rispetto al periodo stesso, per questo gli diamo un nome e lo definiamo come la frequenza .
Dunque:
La frequenza si misura dunque in ovvero in Hertz, il cui simbolo è Hz.
Se la lunghezza della corda è un multiplo della metà della lunghezza d'onda, si formerà un'onda stazionaria.
In generale dobbiamo quindi avere:
Da cui si ottiene:
Dove Dove rappresenta anche il numero di nodi.
Siccome la velocità si può calcolare come:
Essa non dipende dalla lunghezza della corda. Perciò siccome abbiamo anche:
ed abbiamo detto che la velocità deve essere costante, possiamo trovare il valore della frequenza necessaria per ottenere un'onda stazionaria:
Sostituendo per quello che abbiamo trovato prima:
Siccome la frequenza e la lunghezza d'onda dipendono da le chiameremo e Quando otteniamo la frequenza fondamentale (che sarebbe dunque )
Se sommiamo due onde con stessa lunghezza d'onda e fase ma con frequenze diverse, utilizzando le formule di prostaferesi otteniamo:
Per semplificare, studiamo il caso più semplice, ovvero quello in cui Per semplificare, studiamo il caso più semplice, ovvero quello in cui
Siccome otteniamo:
Ora, se le frequenze delle due onde sono diverse ma molto simili, Ora, se le frequenze delle due onde sono diverse ma molto simili, sarà molto piccolo e dunque il primo coseno varierà molto lentamente. è invece, generalmente, un valore normale, dunque varierà molto più velocemente del primo.
Per questo otterremo un'onda del genere:
Il secondo coseno determina l'onda con l'alta frequenza, mentre il primo coseno va a modificare lentamente l'ampiezza.
Nel 1800 uno scienziato di nome Doppler si accorse che la velocità con cui una sorgente sonora si sta muovendo (se non è ferma) influisce sulla frequenza delle onde emesse.
Possiamo comprendere il perché usando la logica. Se la sorgente fosse ferma