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Forme bilineari

Di seguito analizzeremo le forme bilineari.


Cosa sono le forme bilineari?

Sia V\displaystyle { V }V uno spazio vettoriale reale, una forma bilineare < ,>\displaystyle { \left< \, ,\right> }⟨,⟩ su V\displaystyle { V }V è una funzione a valori reali dal prodotto cartesiano V×V\displaystyle { V\times V }V×V ad R\displaystyle { \mathbb{R} }R lineare per entrambe le variabili, cioè deve sia essere vero che:

<r(v1+v2),w>=r<v1,w>+r<v2,w>\left< r(v_1 + v_2) ,w \right> = r \left < v_1 , w \right> + r \left < v_2 , w \right>⟨r(v1​+v2​),w⟩=r⟨v1​,w⟩+r⟨v2​,w⟩

Sia che:

<v,r(w1+w2)>=<v,w1>r+<v,w2>r\left< v, r(w_1 + w_2)\right> = \left < v , w_1 \right> r + \left < v , w_2 \right> r⟨v,r(w1​+w2​)⟩=⟨v,w1​⟩r+⟨v,w2​⟩r

Per ogni v,v1,v2,w,w1,w2\displaystyle { v,v_1,v_2,w,w_1,w_2 }v,v1​,v2​,w,w1​,w2​ vettori di V\displaystyle { V }V ed ogni scalare r\displaystyle { r }r di R.\displaystyle { \mathbb{R}. }R.

Ovviamente abbiamo spostato lo scalare davanti quando stava moltiplicando la prima variabile e dietro quando stava moltiplicando la seconda soltanto per convenzione, siccome sono tutti numeri reali vale la proprietà commutativa quindi è la stessa cosa.

Forse non lo avrete ancora notato, ma il prodotto scalare è proprio una forma bilineare, anzi è la forma bilineare per eccellenza.

Lasciamo il verificare le condizioni come esercizio per il lettore.

Se dunque indichiamo con < ,>\displaystyle { \left< \, , \right> }⟨,⟩ il prodotto scalare, allora avremo:

<v ,w>=vtw\displaystyle { \left< v\, ,w \right> = v^t w }⟨v,w⟩=vtw

Dove ovviamente vt\displaystyle { v^t }vt sarebbe il vettore trasposto di v.\displaystyle { v. }v.

In generale, se V\displaystyle { V }V ha dimensione n,\displaystyle { n, }n, possiamo aggiungere una matrice A  n×n\displaystyle { A \, \, n\times n }An×n a moltiplicare in mezzo al prodotto ottenendo sempre una forma bilineare.

Se chiamiamo, quindi, X\displaystyle { X }X ed Y\displaystyle { Y }Y i vettori coordinate di v\displaystyle { v }v e w\displaystyle { w }w in generale avremo:

<v,w>=XtAY\displaystyle { \left< v , w \right> = X^t A Y }⟨v,w⟩=XtAY

In questo caso, ovviamente, <v,w>\displaystyle { \left< v, w \right> }⟨v,w⟩ non indicherà più il prodotto scalare ammenochè A=I.\displaystyle { A = I. }A=I.

Talvolta potremmo avere una forma bilineare e voler trovare la matrice della forma rispetto ad una base B=(v1,...,vn)\displaystyle { \textbf{B} = (v_1,...,v_n) }B=(v1​,...,vn​) , come fare?

Si nota facilmente che basterrà inserire nell'entrata aij\displaystyle { a_{ij} }aij​ di A\displaystyle { A }A il risultato di <vi,vj>.\displaystyle { \left< v_i, v_j \right>. }⟨vi​,vj​⟩.

Una forma bilineare è detta simmetrica se <v,w>=<w,v>\displaystyle { \left< v, w\right> =\left< w,v \right> }⟨v,w⟩=⟨w,v⟩ mentre è detta antisimmetrica se <v,w>=−<w,v>\displaystyle { \left< v,w\right> = - \left< w,v \right> }⟨v,w⟩=−⟨w,v⟩

Notiamo che una forma bilineare è simmetrica se e solo se la sua matrice A\displaystyle { A }A è anch'essa simmetrica ( At=A\displaystyle { A^t = A }At=A ).

Infatti, se At=A,\displaystyle { A^t = A, }At=A, allora, siccome possiamo vedere un numero come una matrice 1×1\displaystyle { 1\times 1 }1×1 e questa tipologie di matrici sono sempre simmetriche, dobbiamo avere:

<v,w>=XtAY\displaystyle { \left< v , w\right > = X^t A Y }⟨v,w⟩=XtAY =(XtAY)t=YtAtX\displaystyle { = (X^t A Y)^t = Y^t A^t X }=(XtAY)t=YtAtX =YtAX=<w,v>.\displaystyle { = Y^t A X = \left < w,v \right >. }=YtAX=⟨w,v⟩.

E d'altra parte, siccome avevamo detto che aij=<vi,vj>,\displaystyle { a_{ij} = \left< v_i, v_j \right>, }aij​=⟨vi​,vj​⟩, allora deve essere vero che aji=<vj,vi>=<vi,vj>=aij\displaystyle { a_{ji} = \left< v_j, v_i \right> = \left< v_i, v_j \right> = a_{ij} }aji​=⟨vj​,vi​⟩=⟨vi​,vj​⟩=aij​ e dunque se la forma è simmetrica, anche la matrice è simmetrica.

Spesso può essere utile sapere come cambia A\displaystyle { A }A al variare della base B.\displaystyle { \textbf{B}. }B.

Vediamo come si calcola la nuova base a seguito di un cambiamento di base tramite una matrice P:\displaystyle { P: }P:

Avremo dunque B′=BP.\displaystyle { \textbf{B}' = BP. }B′=BP.

Siccome v=BX\displaystyle { v = BX }v=BX e v=B′X′,\displaystyle { v = B'X', }v=B′X′, avremo:

X=PX′\displaystyle { X = P X' }X=PX′

e per lo stesso ragionamento avremo anche Y=PY′.\displaystyle { Y = PY'. }Y=PY′.

Dunque avremo:

<v,w>=XtAY=(PX′)tA(PY′)=X′t(PtAP)Y′\displaystyle { \left < v , w \right > = X^t A Y = (PX')^t A (PY') = X'^t (P^t A P ) Y' }⟨v,w⟩=XtAY=(PX′)tA(PY′)=X′t(PtAP)Y′

E quindi la nuova matrice sarà A′=PtAP.\displaystyle { A' = P^t A P. }A′=PtAP.

Questo ci dice che tutte le matrici che rappresentano la stessa forma bilineare di A\displaystyle { A }A ma rispetto ad altre basi, sono quelle riscrivibili come PtAP,\displaystyle { P^tAP, }PtAP, per qualche matrice P.\displaystyle { P. }P.


#Algebra🎓 5º Scientifico
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