Le equazioni di secondo grado (o equazioni quadratiche) sono equazioni in cui il grado massimo con cui compare l'incognita è 2 .
Prima di approfondire ulteriormente, ecco a voi qualche esempio di equazioni di secondo grado:
• x2+4x+1=0
• 4x2=11
• y2=0
• 2d2+5=−32d2+d
Per fissare meglio il concetto vi proponiamo alcuni controesempi di equazioni che, per un motivo o per un altro, non sono di secondo grado.
Ecco qua:
Quindi, per essere sicuri che un’equazione data sia di secondo grado, bisogna sommare eventuali termini simili (con la stessa incognita), ponendo quindi l’equazione nella sua forma normale.
Forma normale delle equazioni di secondo grado
Ogni equazione di secondo grado può essere ricondotta alla sua forma normale (o standard) che si presenta in questo modo:
ax2+bx+c=0 con a=0
Dove a , b e c si chiamano rispettivamente primo, secondo e terzo coefficiente dell’equazione. Il coefficiente c è anche detto termine noto.
Perché a=0? Semplicemente perché se a valesse 0 si avrebbe l’equazione bx+c=0 che è evidentemente di primo grado.
Ad esempio un equazione come 4x2−11=0 è scritta in forma normale con:
• a=4
• b=0
• c=−11
Metodo risolutivo delle equazioni di secondo grado complete
Un’equazione di secondo grado si dice completa quando la sua forma normale ha tutti i coefficienti diversi da zero:
ax2+bx+c=0 con a=0 , b=0 , c=0 .
Per risolvere un’equazione di questo tipo basta applicare la formula risolutiva delle equazioni di secondo grado:
x1,2=2a−b±b2−4ac
Per adesso rimandiamo la dimostrazione ad un secondo momento. Intanto però, vista l’importanza della formula, cerca di impararla a memoria (ti servirà spessissimo!).
Ora proviamo a risolvere a titolo di esempio un’equazione di secondo grado:
Esempio: risolvere la seguente equazione: x2−6x+5=0
I coefficienti sono:
• a=1
• b=6
• c=5
Proviamo quindi ad applicare la formula risolutiva inserendo i numeri al posto delle lettere:
x1;2=2⋅1−(−6)±(−6)2−4⋅1⋅5
x1;2=26±36−20
x1;2=26±16
x1;2=26±4
x1;2=26±2
Il simbolo ± (da leggere come più o meno) è una scrittura matematica che indica che bisogna considerare due possibilità distinte: la prima usando il segno “ + ” al posto del “ ± ” e la seconda usando invece il segno “ − ”. Quindi:
{x1=26+2=4x2=26−2=2
Dunque le soluzioni dell’equazione x2−6x+4=0 sono 2 e 4 .
Il Discriminante (o Delta)
Si dice discriminante o Δ (delta) il termine che si trova sotto radice nella formula risolutiva delle equazioni di secondo grado, ovvero:
b2−4ac
Ora proviamo ad analizzare il segno del delta:
Notiamo quindi che un’equazione di secondo grado ammette sempre due soluzioni, che siano esse reali o complesse.
Quindi adesso che sappiamo cos’è il discriminante proviamo a riscrivere la nostra formula per le equazioni di secondo grado in modo un pochino più compatto e facile da ricordare:
x1,2=2a−b±Δ
Esempio:
Risolvere la seguente equazione: 3x2+2x−1=0
Prima di tutto analizziamo il delta:
Δ=b2−4ac=22−4⋅3⋅(−1)=4+12=16
Poiché il delta è positivo avremo due soluzioni reali e distinte:
Se il secondo termine ( b ) dell’equazione scritta in forma normale è divisibile per due, è molto comodo utilizzare la formula ridotta.
Per ricavarla basta dividere per due tutti i membri dell’equazione e poi applicare la formula risolutiva imparata in precedenza:
ax2+bx+c=0⟶2ax2+2bx+2c=0
Ora applichiamo la formula:
x1/2=a−b±b2−4ac
E otteniamo:
x1/2=a−2b±{2b}2−ac
In questo caso però, l’espressione sotto radice non è il discriminante, bensì 41 di esso:
Δ=b2−4ac⟶4Δ=4b2−ac⟶4Δ={2b}2−ac
Ora proviamo a risolvere un’equazione utilizzando la ridotta:
Esempio:
Risolvere la seguente equazione: x2+16x+64=0
Per prima cosa analizziamo il 4Δ :
4Δ={2b}2−ac=82−1⋅64=64−64=0
Poiché il delta è nullo avremo due soluzioni reali e coincidenti (nella formula possiamo omettere il 4Δ in quanto, valendo 0, non incide nei calcoli):
x1/2=a−2b=1−8=−8
Quindi l’unica soluzione è −8 doppia.
Equazioni monomie
Si dice monomia un’equazione che in forma normale ha b=0 e c=0 e si presenta nella forma:
ax2=0
Visto che a=0 otteniamo: ax2=0→x2=0→x=0 .
Quindi, qualunque valore assuma il coefficiente a , ogni equazione monomia ammette in ogni caso due soluzioni reali e coincidenti nulle, quindi uguali a 0 .
Equazioni pure
Si dice pura un’equazione che in forma normale ha b=0 e c=0 e si presenta nella forma:
ax2+c=0
Per risolverla utilizziamo le regole già viste per le equazioni di primo grado:
ax2+c=0→ax2=−c→x2=−ac→x1,2=±−ac
Ora vi potreste chiedere perché ho scritto ± . Semplicemente perché entrambe le possibilità risolvono l’equazione. Per convincervi di ciò proviamo ad elevare al quadrato entrambe le soluzioni:
(−−ac)2=−ac
(−ac)2=−ac
Come potete vedere portano entrambi alla stessa soluzione.
Ora state molto attenti: una cosa è risolvere un equazione, un conto è risolvere la radice quadrata di un numero. Infatti si avrà 16=4non 16=±4 !
Equazioni spurie
Si dice spuria un’equazione che in forma normale ha b=0 e c=0 e si presenta nella forma:
ax2+bx=0
Anche in questo caso per risolverla utilizziamo le regole già viste per le equazioni di primo grado:
ax2+bx=0→x1,2=2a−b±b2−4a⋅0→X1,2=2a−b±b
Soluzioni: x1=0, x2=a−b
Proprietà delle soluzioni
Possiamo notare che le soluzioni delle equazioni di secondo grado godono di alcune proprietà molto utili che ci permettono di risolvere alcuni problemi molto più velocemente.
Prendiamo l'equazione generica delle equazioni di secondo grado:
Quindi se vi viene chiesto di trovare la somma delle soluzioni di un'equazione di secondo grado, non c'è bisogno di calcolarle e sommarle, ma basta applicare questa semplice formula.
Possiamo trovare una formula simile anche per la moltiplicazione. Otteniamo infatti:
x1⋅x2=2a−b+Δ⋅2a−b−Δ
Al numeratore possiamo applicare il prodotto notevole della somma per differenza, mentre al denominatore ci basta moltiplicare normalmente:
x1⋅x2=4a2(−b)2−(Δ)2=4a2b2−Δ
Ricordandoci che Δ=b2−4ac, possiamo sostituire ottenendo:
x1⋅x2=4a2b2−b2+4ac=4a24ac=ac
Cioè:
x1⋅x2=ac
Quindi anche qui, non c'è bisogno di trovare le due soluzioni e moltiplicarle per conoscere il loro prodotto, perché ci basta utilizzare questa semplice formula.
Queste formula sono specialmente utili in molti problemi con delle equazioni parametriche di secondo grado.
Dimostrazione della formula
Ora vediamo finalmente la dimostrazione della formula risolutrice delle equazioni di secondo grado:
Iniziamo scrivendo la nostra equazione in forma normale:
ax2+bx+c=0
Per risolvere l'equazione dobbiamo isolare la x, ma il fatto che siano presenti due x con gradi diversi complica le cose.
Per aggirare questo problema, utilizziamo la tecnica del completamento del quadrato:
Cerchiamo di completare un quadrato che contenga i primi due termini:
Iniziamo dividendo tutto per a (possiamo farlo perché deve essere per forza diverso da 0 ):
x2+abx+ac=0
x2 dovrà dunque essere il quadrato del primo termine, mentre abx dovrà essere il doppio prodotto. Quindi il secondo termine dovrà essere 2ab, in modo che torni abx come doppio prodotto.
Dobbiamo quindi aggiungere 4a2b2 (il quadrato del secondo termine) per completare il quadrato.
Ma non possiamo aggiungerlo così a caso, o cambieremo l'equazione. Possiamo però sommarlo ad entrambi i lati dell'equazione, secondo il primo principio delle equazioni:
x2+abx+4a2b2+ac=4a2b2
Ora raccogliamo il quadrato e isoliamolo:
(x+2ab)2+ac=4a2b2
(x+2ab)2=4a2b2−ac
Mettiamo le due frazioni al secondo membro al minimo comune denominatore:
(x+2ab)2=4a2b2−4ac
Adesso prendiamo la radice quadrata da entrambi i lati:
(x+2ab)2=4a2b2−4ac
Adesso FAI ATTENZIONE! La radice quadrata di x2 non è uguale ad x, ma al modulo di x, cioè ∣x∣.
Quindi otteniamo:
∣x+2ab∣=4a2b2−4ac
∣x+2ab∣=∣2a∣b2−4ac
Possiamo eliminare i due moduli mettendo un ±:
x+2ab=±2ab2−4ac
E ora non ci resta che isolare la x ed unire le due frazioni: