Prima di tutto dobbiamo capire che la forza elettrostatica è una forza conservativa.
Che cosa significa? Significa che se partiamo da un punto e ci spostiamo ad un punto il lavoro fatto dalla forza elettrostatica non dipende dal percorso fatto, ma solo da e (e dalla forza elettrostatica).
Quindi per tutti i percorsi che vediamo qui sotto, il lavoro fatto dalla forza elettrostatica è sempre uguale:
Questo è molto importante e se vi ricordate, quando avevate studiato l'energia e il lavoro, avevate imparato che il lavoro fatto dalle forze conservative è uguale a meno la differenza di energia potenziale, cioè:
Ma cos'è quest'energia potenziale? Vediamolo meglio con l'esempio di una particella vicina ad un piano infinito uniformemente carico:
Iniziamo quindi con un esempio:
Abbiamo un piano infinito carico positivamente e uniformemente e una carica negativa
Siccome il piano genera un campo elettrico uniforme con modulo la particella risentirà ovunque nello spazio di una forza con modulo cioè con direzione perpendicolare al piano e verso rivolto verso il piano (perché è carica negativamente).
Se lascio la mia carica libera di muoversi, accelererà verso il piano. In questo modo acquisirà energia cinetica, ma non può averla presa dal nulla, quindi come ha fatto? Essa ha soltanto tramutato la sua energia potenziale elettrica in energia cinetica.
Calcoliamo quindi quanto vale quest'energia potenziale: scegliamo un sistema di riferimento in modo che l'asse delle passi per
Supponiamo che la carica si trovi in un punto di altezza e che, lasciandola cadere, si sposti ad un punto di altezza
Quello che vogliamo fare, inizialmente, è trovare la differenza di energia potenziale, piuttosto che l'energia stessa. Per farlo utilizziamo il fatto che abbiamo trovato prima, cioè:
L'unica forza conservativa presente è quella elettrostatica (perché stiamo ignorando la forza di gravità). Ricordandoci che siccome la forza e lo spostamento hanno lo stesso verso, il loro prodotto scalare sarà uguale al prodotto dei moduli, per cui:
Adesso portiamo il punto sulla superficie del piano, ottendo e quindi:
Dunque avremo:
Dove appunto, è l'energia potenziale sulla superficie del piano.
Anche l'energia potenziale elettrica, come quella gravitazionale, dipende dal proprio sistema di riferimento e quindi è sempre calcolabile a patto di una costante che dipenderà, appunto, dalla nostra scelta del sistema di riferimento.
Quindi decidiamo di mettere lo dell'energia potenziale sulla superfice del piano. In questo modo avremo e quindi:
E in generale, mettendo lo in un punto qualsiasi, avrò:
Dove è l'energia potenziale sulla superficie del piano nel sistema di riferimento scelto.
Notate che è molto simile alla formula per l'energia potenziale gravitazionale ( ).
Passiamo ora al caso di due cariche puntiformi:
Prendiamo ora due cariche e
La prima sentirà una forza elettrostatica in modulo dove è la distanza tra le due:
Il verso della forza dipenderà dal segno delle cariche, ma ora non importa.
Supponiamo ora che la carica la carica si sposti da un punto distante da ad un punto distante da
Per trovare l'energia potenziale iniziamo trovando il lavoro fatto dalle forze conservative, cioè dalla forza elettrica.
Siccome la forza elettrica è conservativa, il lavoro sarà uguale per qualsiasi percorso che scegliamo, quindi supponiamo di muoverci sulla direzione della forza finchè non arriviamo ad un punto la cui distanza da coincide con e poi ci spostiamo con una traiettoria circolare fino a
Perché abbiamo scelto questo percorso? Perché così la forza è antiparallela allo spostamento nel tratto ed è perpendicolare allo spostamento nel tratto quindi il lavoro compiuto da a è e dobbiamo calcolare soltanto quello da a
Il percorso da a è rettilineo, però il modulo della forza cambia perché dipende dalla distanza da
Per trovare il lavoro, dunque, dobbiamo trovare il valore della forza media. Si può dimostrare che è uguale a
Dunque avremo:
Ed avevamo detto che
Quindi:
Supponiamo ora di prendere e di portarlo sempre più lontano, sempre più lontano, tanto da poter pensare che la sua distanza da sia infinita.
In tal caso, sarebbe un numero diviso per infinito, che fa dunque si otterrebbe:
Dove sarà l'energia potenziale in cioè all'infinito.
Ci ricordiamo che noi, però, non abbiamo ancora deciso dove mettere lo dell'energia potenziale. Quindi possiamo scegliere di mettere lo all'infinito in modo che diventi In tal caso si avrebbe dunque:
E così abbiamo finalmente ottenuto l'energia potenziale di due cariche puntiformi quando mettiamo lo all'infinito. Se, invece, non sappiamo dove si trova lo avremo:
Dove sarebbe cioè l'energia potenziale all'infinito.
In generale, però, potrebbero esserci più cariche, dunque studiamo pure questo caso:
Cominciamo mettendo lo all'infinito. Perciò, se abbiamo due cariche l'energia potenziale elettrica del sistema sarà:
Dove è la distanza tra e
Cosa succede se introduciamo un'altra carica
Supponiamo di metterla all'infinito, in modo che la sua energia potenziale sia per poi trasportarla ad una distanza dalla carica e distante dalla carica
Questo processo avrà causato una variazione di energia che sarà uguale a dove sta per il lavoro fatto dalla forza elettrica nello spostamento di dall'infinito al punto di arrivo.
La forza che agisce su è uguale alla forza elettrica esercitata da più la forza esercitata da
Possiamo quindi vedere il lavoro totale come la somma dei lavori fatti dalle due forze. Questo significa che possiamo prima ingorare e calcolare il lavoro fatto da e poi ignorare e calcolare il lavoro fatto da
Se possiamo dunque ingnorare ritorniamo al caso di prima, dove avevamo soltanto due cariche. Il lavoro fatto sarà uguale a che abbiamo visto prima essere uguale a
Applicando lo stesso ragionamento per e sommando insieme i due lavori, otteniamo che il lavoro totale sarà uguale a:
E quindi:
Ricordandoci che l'energia iniziale era possiamo finalmente calcolare l'energia finale del sistema:
Cioè l'energia potenziale totale è uguale alla somma delle singole energie potenziale delle cariche prese a due a due.
Questo è vero per qualsiasi numero di cariche abbiamo. Se infatti prendessimo un quarta carica e la ponessimo ad una distanza da da e da applicando questo stesso ragionamento, facendo i calcoli si otterrebbe:
Volendo possiamo riscrivere questo risultato utilizzando la notazione della sommatoria come:
Dove è il numero di cariche.