Un monomio è un espressione letterale in cui compare soltanto un numero, detto coefficiente , moltiplicato per delle potenze di lettere, detta parte letterale , con numeri naturali per esponenti. Prima di approfondirne le caratteristiche, ecco a voi qualche esempio di monomi:
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Per chiarire meglio vi proponiamo alcune espressioni letterali che, per un motivo o per un altro, non sono dei monomi. Ecco qua:
• perchè ha un esponente negativo e quindi non naturale
• perché compare un’operazione diversa da una moltiplicazione
• perché compare una lettera al denominatore
Tutti i numeri sono monomi, compreso che è detto monomio nullo .
Infatti, possiamo vedere qualsiasi numero come quello stesso numero moltiplicato per una parte letterale con esponente visto che elevare alla da sempre come risultato e moltiplicare per non cambia niente.
(per )
Un monomio si dice ridotto in forma normale se è espresso come prodotto tra un solo fattore numerico e una o più potenze letterali (se il coefficiente è 1, è sottinteso per convenzione). Per ridurre un monomio in forma normale si usano le proprietà delle moltiplicazione e delle potenze.
Esempio:
Il grado di un monomio rispetto a una lettera è l’esponente che la lettera ha nel monomio. Il grado complessivo del monomio è la somma degli esponenti delle lettere. Per fissare meglio il concetto vediamo alcuni esempi:
• - questo monomio è di grado rispetto a e il suo grado complessivo è perché
• - questo monomio è di grado rispetto a e il suo grado complessivo è perché
Due monomi in forma normale sono detti simili se hanno la stessa parte letterale:
si dice simile a perché hanno la parte letterale in comune.
Due monomi in forma normale sono detti opposti se sono simili e hanno i coefficienti opposti:
si dice opposto a perché il coefficiente è di segno opposto.
Due monomi in forma normale sono detti uguali se sono simili e hanno lo stesso coefficiente:
si dice uguale a perché hanno la stessa parte letterale e .
Dalla somma o dalla differenza tra monomi simili e non opposti si ottiene sempre un monomio simile ai monomi di partenza e con coefficiente la somma o la differenza dei coefficienti. Se i monomi coinvolti non sono simili si ottiene un’espressione che non può essere semplificata per ottenere un monomio, queste espressioni si chiamano polinomi e le approfondiremo in seguito.
Esempi:
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Esempio di somma tra monomi non simili:
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Il risultato della somma tra monomi opposti è il monomio nullo:
Per calcolare il prodotto di due o più monomi si usano le proprietà delle moltiplicazioni e delle potenze e il risultato è sempre un monomio di cui il coefficiente è il prodotto dei coefficienti e ogni lettera della parte letterale ha come esponente la somma degli esponenti con cui la lettera compare nei fattori.
Esempi:
moltiplichiamo i coefficienti e poi le parti letterali
Notiamo che, a differenza dell’addizione, il prodotto tra due monomi è sempre un monomio. Per questo si dice che la moltiplicazione, per i monomi, è un' operazione interna .
Per effettuare una divisione tra monomi è necessario che il primo monomio contenga la parte letterale del secondo.
Verificate queste condizioni si procede alla divisione:
Vediamo un esempio: calcoliamo Il coefficiente del monomio ottenuto sarà il quoziente tra i coefficienti:
Per la parte letterale, gli esponenti di ogni lettera saranno la differenza tra i quozienti della stessa lettera nei monomi di partenza:
Calcolare la potenza di un monomio consiste nell’elevare prima il coefficiente e poi ogni lettera della parte letterale all'esponente dato:
Un polinomio è quello che otteniamo quando sommiamo più monomi (o quando li sottraiamo).
I monomi che formano un polinomio sono detti termini del polinomio.
I polinomi si classificano in base al numero di monomi da cui sono formati.
Se un polinomio è composto da monomi si chiama binomio (bi- viene da bis, che vuole dire "due volte" in latino, quindi vuol dire letteralmente "due volte un monomio").
Se i monomi sono si chiama trinomio (-tri vuol dire "composta da tre" in latino, quindi vuol dire letteralmente "composto da tre monomi").
Se sono si chiama quadrinomio (quadri- in latino significa "composta da quattro", quindi anche qui significa letteralmente "composto da 4 monomi").
Da termini in poi si dice che un polinomio ha termini.
Esempi di polinomi:
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Un polinomio si dice opposto a un altro polinomio se i suoi termini sono monomi opposti ai termini del primo.
Esempi di polinomi opposti:
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Un polinomio si dice ridotto in forma normale se tra i suoi termini non compaiono monomi simili. Per ridurre un polinomio alla sua forma normale basta sommare i suoi termini.
Esempio:
Per conoscere il grado di un polinomio bisogna guardare ai suoi termini: il grado del polinomio corrisponderà al grado del monomio di grado maggiore tra quelli che lo compongono.
Vediamo qualche esempio:
• - il grado è perché è il grado complessivo di
• - il grado è perché è il grado di entrambi i termini
• - il grado è perché è il grado massimo tra i termini
Addizione e sottrazione :
La somma tra polinomi è un nuovo polinomio formato dalla somma dei monomi simili degli addendi.
La differenza tra polinomi è un nuovo polinomio che si ottiene sommando il primo polinomio all'opposto del secondo.
Moltiplicazione e potenza :
Il prodotto tra polinomi si calcola moltiplicando tutti i termini del primo fattore per tutti i termini del secondo fattore. Bisogna, insomma, applicare la proprietà distributiva.
semplificando:
La potenza di un polinomio consiste semplicemente nel moltiplicare un polinomio per se stesso il numero di volte indicato dall'esponente.
Divisione :
La divisione tra polinomi è un argomento difficile da spiegare sinteticamente e per questo abbiamo deciso di dedicargli una pagina apposita che potete trovare nell'indice o cliccando qui.