Meccanica dei fluidi

Di seguito analizzeremo la meccanica dei fluidi.

Eq. di continuità

Eq. Bernoulli

Attrito viscoso


Meccanica dei fluidi


Una volta studiata l'equilibrio dei fluidi possiamo passare alla meccanica dei fluidi.


Sapete già come si comportano i fluidi quando stanno fermi, ma cosa succede quando si muovono? In natura i fluidi si muovono spesso in maniera piuttosto caotica e quindi difficilmente prevedibile. Possiamo però studiare dei casi particolari di moti più ordinati: le correnti.


Una corrente è un movimento ordinato di un fluido. La sede di essa si chiama condotto.


Ad esempio, il flusso di acqua che passa costante per una tubatura è una corrente e il suo condotto è la tubatura.


L'intensità di una corrente viene calcolata grazie alla portata q:


Prendiamo una sezione trasversale S del condotto. In un tempo \Delta t una quantità di fluido di volume Delta V oltrepassa questa sezione. La portata è il rapporto tra questo volume di fluido e il tempo trascorso:


q = {\Delta V \over \Delta t}


Una corrente è stazionaria se la velocità del fluido è costante nel tempo in ogni determinato punto del condotto. Quindi la velocità può variare all'interno del condotto, ma in ogni singolo punto la velocità non varia nel tempo.


Se prendiamo (\delta t piccoli, possiamo considerare la velocità come costante. In tal caso, per la legge del moto rettilineo uniforme, avremo:


\Delta x= v\Delta t


Siccome il volume del cilindro è:


\Delta V= S\Delta x


Avremo che il volume del fluido sarà:


\Delta V= S\cdot v\Delta t


e sostituendo nella formula della portata otteniamo:


q = {\Delta V \over \Delta t} = {Sv\Delta t \over \Delta t}= Sv



EQUAZIONE DI CONTINUITA'


Se il fluido è incomprimibile, un volume V che passa per una sezione A spingerà nella stessa direzione un'altra parte di uguale volume.


Di conseguenza, in una sezione A passa in un tempo \Delta t per una sezione S_A un certo volume \Delta V ad una velocità v_A.


Invece in una sezione B passa nello stesso tempo \Delta t per una sezione S_B lo stesso volume \Delta V ma ad una velocità v_B.


Siccome:


q={\Delta V \over \Delta t}


e dunque, siccome abbiamo detto che i due volumi e i due tempi sono uguali, dobbiamo avere:


q_a = q_b


Di conseguenza, se la corrente è stazionaria, avremo:


S_a v_a = S_b v_b



EQUAZIONE DI BERNOULLI E SUE APPLICAZIONI


Cosa succede se il condotto non è orizzontale ma presenta dislivelli o allargamenti (o entrambi)?


Avremo quindi una parte di condotto A con sezione trasversale S_A a quota (ovvero altezza) y_A rispetto ad un livello di riferimento e una seconda parte B con sezione trasversale S_B a quota y_B.


In A e in B avremo rispettivamente una pressione p_A ed una p_B. Per definizione abbiamo:


p_A = {F_A \over S_A}


F_A= p_A S_A


dove F_A sarebbe la spinta esercitata verso destra dal fluido che sta a sinistra di A.


Analogamente avremo:


F_B=p_B S_B


dove F_B sarebbe la spinta esercitata verso sinistra dal fluido che sta a destra e di conseguenza si oppone al moto del fluido stesso.


Abbiamo inoltre un'ultima forza che agisce sul volume di fluido: la forza di gravità.


Ora, possiamo calcolare il lavoro delle forze non conservative, ovvero di F_A e di F_B grazie alla definizione di lavoro:


L_{nc}=F_A \Delta x_A - F_B \Delta x_B


e utilizzando le equazioni trovate prima per le forze:


L_{nc} = p_A S_A \Delta x_A - p_B S_B \Delta x_B


Siccome però il volume è uguale a:


\Delta V = S_A \Delta x_A


e anche a:


\Delta V = S_B \Delta x_B


Sostituendo nell'equazione del lavoro otteniamo:


Ora guardiamo invece alla differenza di energia meccanica totale:


Siccome abbiamo un dislivello, dobbiamo tenere conto anche della variazione in energia potenziale oltre che a quella cinetica:


\Delta E_m = \Delta K + \Delta U


\Delta E_m = K_f - K_i + U_f - U_i


\Delta E_m = {1\over 2} m {v_B}^2 - {1\over 2} m {v_A}^2 + mgy_B - mgy_A


dove m è la massa del volume del fluido spostato. Siccome:


m = d \Delta V


dove d è la densità del fluido, possiamo raccogliere la massa nelle'equazione dell'energia meccanica e sostituirla:


\Delta E_m = d\Delta V({1\over 2} {v_B}^2 - {1\over 2} {v_A}^2) + gy_B - gy_A


Per il teorema lavoro-energia il lavoro delle forze non conservative deve essere uguale alla differenza di energia meccanica. Uguagliando quindi le due equazioni abbiamo:


L_{nc}= \Delta E_m


(p_A - p_B) \Delta V = d\Delta V({1\over 2} {v_B}^2 - {1\over 2} {v_A}^2) + gy_B - gy_A


p_A -p_B = {1\over 2} d{v_B}^2 - {1\over 2} d{v_A}^2 + dgy_B - dgy_A


Portiamo tutto quello che riguarda la parte A a sinistra dell'uguale:


p_A + {1\over 2} d{v_A}^2 + dgy_A = p_B + {1\over 2} d {V_B}^2 + dgy_B


Quindi, per qualsiasi sezione B che prendiamo, la quantità p_B + {1\over 2} d{v_B}^2 + dgy_B è uguale a quella nella parte A, di conseguenza deve essere costante:


p + {1\over 2} dv^2 + dgy= costante


Quest'equazione prende il nome di equazione di Bernoulli.


Vediamo qualche applicazione di questa nuova equazione che possiamo usare nel caso di correnti stazionarie di fluidi ideali (ovvero incomprimibili e senza attrito).


Se prendiamo un recipiente, pieno fino ad un'altezza y_A, con un piccolo foro ad altezza y_B, qual'è la velocità di fuoriuscita?


Siccome il foro è piccolo, la velocità con cui diminuisce il livello del fluido è trascurabile. Di conseguenza avremo:


v_A=0


D'altra parte la pressione in A è uguale alla pressione atmosferica p_0:


p_A = p_0


La variazione di pressione tra A e B è trascurabile e quindi:


p_B=p_A=p_0


Sostituiamo tutto nell'equazione di Bernoulli per ottenere:


p_A + {1\over 2} d {v_A}^2 + dgy_A = p_B + {1\over 2}d {v_B}^2 + dgy_B


p_0 + {1\over 2} d{0}^2 + dgy_A = p_0 + {1\over 2} d{v_B}^2 + dgy_B


dgy_A= {1\over 2} d {v_B}^2 + dgy_B


gy_A-gy_B= {1\over 2} {v_B}^2


{v_B}^2 = 2g(y_A - y_B)


Siccome y_A-y_B è uguale alla profondità h del foro, otteniamo:


{v_B}^2 =2gh


v_B=\sqrt{2hg}


Questo vuol dire che la velocità di fuoriuscita di un fluido da un foro di grandezza trascurabile a profondità h è uguale alla velocità finale di un corpo che cade da fermo nel vuoto da un'altezza h.


Questa è la legge di Torricelli.


Guardiamo ora invece a quello che viene chiamato l'effetto Venturi:


Se una corrente scorre orizzontalmente, avremo che al quota rimane costante. Quindi, nell'equazione di Bernoulli avremo y_A=y_B ed otteniamo quindi:


p_A + {1\over 2} d {v_A}^2 + y_A = p_B + {1\over 2} d{v_B}^2 + y_B


p_A + {1\over 2} d{v_A}^2 = p_B+ {1\over 2} d {v_B}^2


e quindi la quantità p + {1\over 2} d{v}^2 deve rimanere costante, dunque se p aumenta v deve diminuire e viceversa.


Questo fenomeno si chiama, appunto, effetto Venturi.


Se quindi prendiamo un rotolo di carta igienica e accendiamo un'asciugacapelli appena sopra di esso, avremo sopra il foglio una corrente con una velocità v ed una corrente con velocità nulla sotto il foglio. Quindi, per l'effetto Venturi, la pressione sopra il foglio dovrà essere maggiore di quella sotto di essa, provocando dunque una forza verso l'alto, per questo la carta volerà verso l'alto.


Anche gli aerei sfruttano questo effetto: le ali sono progettate in modo tale da ottenere una corrente più veloce sopra ed una più lenta sotto, ricevendo così una forza verso l'alto.


Infine, usando l'equazione di continuità, siccome:


S_A v_A = S_B v_B


la velocità diminuisce quando la sezione trasversale aumenta di grandezza, quindi, per l'effetto Venturi, quando la sezione trasversale è più grande, la pressione è maggiore, mentre è minore dove la sezione trasversale è più piccola.



L'ATTRITO NEI FLUIDI


Possiamo avvicinarci di più al mondo reale introducendo le forze d'attrito. Per prima cosa, introduciamo la viscosità:


la viscosità indica la resistenza di un fluido allo scorrimento. Ogni fluido ha un proprio coefficiente di viscosità \eta (lettera greca che si pronuncia "eta"). L'attrito in un fluido viene appunto chiamato attrito viscoso.


Se la velocità del fluido è abbastanza piccola, il fluido non forma vortici piuttosto caotici, ma scorre come se fosse formato da tante sottili lamine che scivolano una sull'altra. Questo regime si chiama infatti regime laminare.


La lamina di fluido a contatto con la parete rimane ferma, rallentando quella sopra di essa, che a sua volta rallenta quella ancora più su e così via:


La forza di attrito applicata ad uno strato di fluido è uguale a:


F_a = \eta {Sv\over h}


dove h è la distanza dalla parete.


Un corpo che si muove all'interno di un fluido è soggetto ad una forza di attrito viscoso. Maggiore è la velocità del corpo e maggiore è la forza. Essa, in generale, è difficile da calcolare perché dipende dalla forma dell'oggetto. Per questo le macchine più aerodinamiche vanno più veloci. Nel caso però di una sfera, possiamo calcolarla usando la formula di Stokes:


F_a = 6\pi \eta rv


dove r è il raggio della sfera.


Se facciamo quindi cadere un oggetto, dobbiamo considerare la forza di attrito viscoso oltre alla forza di gravità. La velocità aumenterà quindi solo fino a quando la forza peso sarà maggiore di quella di attrito viscoso. Quando le due si uguaglieranno, raggiungeremo l'equilibrio e il corpo continuerà il suo moto con questa velocità, chiamata velocità limite. Nel caso della sfera, siccome sappiamo calcolare la forza di attrito viscoso, possiamo trovare la velocità limite:


Le due forze devono essere uguali, quindi:


F_a = F_p


6\pi \eta rv_l = mg


v_l = {mg \over 6 \pi \eta r}


ed è per questo che sulla Terra, due corpi con masse diverse cadono in modo diverso.


Se la densità d_s della sfera di volume V non è molto più grande di quella del fluido d, allora dobbiamo considerare anche la forza di Archimede F_AR. Avremo quindi:


F_a + F_{AR} = F_p


6 \pi \eta r v_l + Vd g = mg


6\pi \eta r v_l + Vd g = V d_s g


Ricordando che il volume di una sfera si calcola come:


V={4\over 3} \pi r^3


avremo:


6\pi \eta + r v_l + {4\over 3}\pi r^3 d g = {4\over 3}\pi r^3 d_s g


3\eta v_l + {2\over 3} r^2 dg = {2\over 3} r^2 d_s g


3\eta v_l = {2\over 3} r^2 g (d_s - d)


v_ l = {2(d_s -d) gr^2 \over 9 \eta}